Cara America, accogli i minori stranieri non accompagnati

Come stiamo scrivendo già da qualche giorno (link in fondo alla pagina), è in aumento il numero dei minori stranieri non accompagnati negli Stati Uniti d’America, soprattutto nel Texas,  provenienti dalle zone più povere dell’America centrale, Guatemala, Honduras ed El Salvador, ed ha fra i 14 e i 17 anni.

Per la maggior parte degli studiosi, il fenomeno è collegato molto probabilmente al fatto che il Messico sta rimpatriando un numero minore di minorenni senza documenti, infatti  la legge messicana entrata in vigore lo scorso maggio consente ai minori sprovvisti di documenti di rimanere nel Paese per motivi umanitari.
In base ai dati forniti dal Wall Street Journal il numero dei msna tenuti in custodia dal governo Americano sarebbe circa 6.500, circa il doppio rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Le notizie quindi che giungono dalla “libera” America non sono per nulla rassicuranti seppur l’agenzia federale incaricata dell’assistenza a bambini e famiglie bisognose – parte del dipartimento della Salute e dei Servizi Umani – ha assicurato che i ragazzi stanno bene e stanno ricevendo tutte le cure e le attenzioni necessarie.

Il sovraffollamento dei Centri d’Accoglienza ha spinto il governatore del Texas Rick Perry a definire la situazione“emergenza umanitaria”, infatti ha scritto al presidente degli Stati Uniti Barack Obama per esortare il governo federale a fare di più. “Evitando di adottare misure per rimpatriare questi minori nei loro rispettivi Paesi d’origine e per impedire ad altri di venire, il governo federale sta perpetuando il problema”, ha scritto nella lettera l’ex candidato alle primarie repubblicane.
La situazione è molto grave e vorremmo ricordare all’amministrazione americana l’art. 2 della convenzione sui Diritti del Fanciullo “Gli Stati parti si impegnano a rispettare i diritti enunciati nella presente Convenzione e a
garantirli a ogni fanciullo che dipende dalla loro giurisdizione, senza distinzione di sorta e a
prescindere da ogni considerazione di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione
politica o altra del fanciullo o dei suoi genitori o rappresentanti legali, dalla loro origine nazionale,
etnica o sociale, dalla loro situazione finanziaria, dalla loro incapacità, dalla loro nascita o da ogni
altra circostanza.
Gli Stati parti adottano tutti i provvedimenti appropriati affinché il fanciullo sia effettivamente
tutelato contro ogni forma di discriminazione o di sanzione motivate dalla condizione sociale dalle
attività, opinioni professate o convinzioni dei suoi genitori, dei suoi rappresentanti legali o dei suoi
familiari.”  e l’art.3 “In tutte le decisioni relative ai fanciulli, di competenza sia delle istituzioni pubbliche o private di assistenza sociale, dei tribunali delle autorità amministrative o degli organi legislativi, l’interesse superiore del fanciullo deve essere una considerazione preminente.”

LEONARDO CAVALIERE

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