DI IMMIGRAZIONE SI MUORE. VITTIME DI LEGGI INCIVILI.

Nei giorni scorsi, diverse imbarcazioni di migranti diretti verso l'Europa sono affondate al largo delle coste della Libia. Stragi del mare alle porte d'Europa ne sono successe diverse, scatenando a volte l'indignazione generale, quando il numero supera i cento, a volte l'indifferenza , quando la notizia è considerata meno importante.

A 7 mesi dalla tragedia di Lampedusa del 3 ottobre 2013 che causò la morte di 366 migranti, poco è davvero cambiato, di immigrazione si muore.

Oltre ai morti, si aggiungono gli illeciti affari che le varie “cupole” fanno sulla pelle dei migranti.

Cosa Si può fare?

Certamente bisogna continuare con le operazioni di soccorso in mare, costose e non gradite, ma utili affinché non si ripetano nuovamente stragi come quelle che purtroppo siamo abituati a vedere, anzi le operazioni di ricerca e di soccorso dovrebbero essere ulteriormente rafforzate, soprattutto nelle acque che riportano un elevato numero di incidenti.

Può bastare soltanto l’attività di soccorso? Sicuramente No, queste operazioni rappresentano indubbiamente una risposta importante, ma bisogna fare di più ed affrontare l’immigrazione in maniera diversa.

In primis, Italia e l’UE devono comprendere che il fenomeno migratorio deve essere gestito in maniera strutturata, invece che in maniera emergenziale. Quindi, occorre la volontà politica di comprendere che le migrazioni, in particolare quelle forzate, che stiamo vivendo negli ultimi anni, sono uno dei temi più importanti su cui confrontarsi. Infatti, per rispondere ad un fenomeno così complesso occorre programmazione a lungo termine degli interventi , riconoscendo, senza retorica, il fenomeno per quello che è.

Davanti a questa ordinaria normalità, il fenomeno migratorio deve essere affrontato sulla base del principio chiave di una effettiva ed efficace protezione. Quindi, aprire dei veri corridoi umanitari per permettere ai migranti, in particolare minori in fuga, un approdo sicuro e certo. Poi, armonizzare il sistema di accoglienza nella UE, partendo dalla modifica o abrogazione del Sistema Dublino, così da met­tere fine alla cir­co­la­zione irre­go­lare dei migranti a rischio di sfrut­ta­mento ed al respin­gi­mento alle frontiere.



In breve, bisogna fornire alternative legali ai pericolosi viaggi per mare, come il reinsediamento, l’ammissione per ragioni umanitarie e l’accesso agevolato al ricongiungimento familiare, garantendo alle persone disperate e bisognose di un rifugio la possibilità di cercare e trovare protezione e asilo. Inoltre, gli Stati Europei e non non dovrebbero mai adottare misure punitive o deterrenti come il carcere o i CIE nei confronti di chi è in cerca di sicurezza.

In vista del semestre Europeo, l’Italia dovrebbe far riconoscere l’assoluta priorità al fenomeno migratorio basando la discussione sul principio base dell’effettiva ed efficace protezione, indipendente dal Paese d’arrivo.

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