MIGRANTI taglieggiati dal racket. Minori stranieri non accompagnati si prostituiscono - Il caso Catania

Non c’è commercio illegale, questuante, parcheggiatore, spacciatore che non abbia dietro un protettore, una “banda”.
I migranti sono taglieggiati dal racket. Minori stranieri si prostituiscono. E c’è chi vive nascosto nelle catapecchie di San Cristoforo. Droga, prostituzione, racket, mafie: sembra di guardare uno di quei film dedicati al day-after, ai bassifondi delle metropoli, al medio evo prossimo venturo.
“Inviato speciale”, una rubrica settimanale cult di Radio Rai 1, ha dedicato sabato mattina alla Catania del crimine un servizio che mette i brividi: inquietante, sorprendente, imprevedibile. Eppure vero, indiscutibilmente vero, affidato alle testimonianze di personaggi “speciali”, i volontari, coloro che svolgono un’attività di frontiera, accanto agli “ultimi”: migranti, profughi, spacciatori per bisogno, fuggitivi, coloro che non hanno niente da perdere e coloro che vorrebbero uscire dall’inferno.

Catania è stata una città conquistata dal crimine? Una città sconosciuta a chi ci vive sui marciapiedi buoni? Una città che nessuno vede e sente?
“C’è il racket alla stazione ferroviaria”, racconta a Inviato speciale, una fonte anonima. “Comprano tutti i posti disponibili e rivendono i biglietti a prezzi esorbitanti, 1.000, 1.200 o 15.600 euro. Sotto gli occhi di tutti. Quelli che escono allo scoperto per vendere sono osservati, controllati, dai capi.Sono eritrei, etiopi. E si danno il cambio per non correre rischi. Chi ha bisogno di acquistare sa dove sono, si sistemano all’interno delle auto e da lì smerciano…”.

Non solo il racket, non solo la stazione ferroviaria. Ida Iovine, del Centro Gastaldi denuncia: “La città è divisa dalla criminalità organizzata. I venditori, gli spacciatori, coloro che chiedono l’elemosina hanno alle spalle qualcuno che li organizza. Dietro ogni attività illegale c’è una struttura, c’è qualcuno. Non si muove niente che la criminalità organizzata non voglia…”
Le vittime del crimine organizzato sono i migranti. Non solo il biglietto del treno, ma anche le schede telefoniche vengono pagate a prezzi esorbitanti. Ciò che costa venti euro, viene venduto 50 euro. Alla luce del sole.
La Caritas di Catania ospita 600 persone al giorno, molti sono minori stranieri non accompagnati, dai sette ai quindici anni. Valentina Calì è una delle volontarie della Caritas, con tanta esperienza sulle spalle. “La Caritas è il luogo che raccoglie frustrazioni, un luogo difficile ci chiedono soldi per partire , somme che non possono donare, ed allora reagiscono, talvolta malamente. Subiamo minacce quotidiane. Ci fanno capire che non dobbiamo andare oltre il nostro lavoro, manifestano però sicurezza e autonomia. Ho visto un eritreo aprire un portafogli con molti soldi….”
Da dove vengono i soldi? Ida Iovino ne è sicura: “Si prostituiscono. E nei pressi del Massimo c’è lo spaccio, controllato dai guardiani…”.
Dove vivono i clandestini, gli spacciatori, i manovali del crimine, organizzati delle mafie locali? Valentina Calì indica, tra gli altri quartieri, San Cristoforo. “Preferiscono luoghi non controllati, non vogliono essere identificati…”
Capita che siano costretti a ricorrere a cure mediche, ma solo quando non ne possono fare a meno. Non denunciano mai, perché non se lo possono permettere. La violenza è provocata anche da liti, c’è chi si ruba il posto e viene magari punito.
Questa è la Catania illegale e violenta che “Inviato speciale” ha raccontato, lasciandoci senza parole. Siciliainformazioni.com

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