Rifugiati al confine tra Croazia e Slovenia, la situazione si aggrava


La situazione dei Rifugiati al confine tra Croazia e Slovenia si aggrava.
Dopo la mossa a sorpresa della Croazia di aprire il confine per permettere a quasi 3.000 rifugiati di entrare in Croazia in rotta verso la Slovenia, il governo sloveno ha modificato nella giornata di ieri le norme sulla difesa dei propri confini. Già da oggi, sarà possibile ai militari di unirsi alla polizia di frontiera per il pattugliamento dei 670km di confine. Inoltre, il premier sloveno ha dichiarato che avrebbe chiesto un finanziamento da parte dell'Unione europea per la gestione dei migranti che avrebbero "superato tutte le possibilità di gestione normale".

Il commissario UE per le migrazioni, Dimitris Avramopoulos, prevede un viaggio in Slovenia per domani al fine di discutere della richiesta.
La crisi si è acuita, da quando l'Ungheria ha completato la barriera che la divide dalla Croazia, per cui più di 19,460 migranti sono arrivati ​​in Slovenia, da sabato scorso.
In base alle nuove misure approvate dal parlamento, i soldati sloveni possono aiutare la polizia a pattugliare il confine, detenere le persone e consegnarle alla polizia, e impartire ordini ai civili nella zona di confine.

Il governo sloveno ha dichiarato: "Le ultime 24 ore sono state le più dure ed impegnative dall'inizio della crisi", e ha avvertito che è impossibile aspettarsi che piccoli paesi, come la Slovenia, possano risolvere la crisi al posto di paesi più grandi.

Intanto migliaia di rifugiati sono rimasti bloccati sotto la pioggia, il fango e al gelo lungo la frontiera tra Croazia e Serbia, dopo aver viaggiato attraverso la Grecia e la Macedonia.

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