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  “A sostegno dell’accoglienza nei nostri Comuni e dei servizi sociali abbiamo ottenuto importanti risultati: il contributo per i Comuni che accolgono i minori stranieri non accompagnati è passato da 45 a 60 euro giornaliere. Anche se non si parla di una soglia di copertura del cento per cento si tratta di un aumento comunque significativo. Abbiamo ottenuto anche l’attivazione di mille posti di primissima accoglienza dei minori stranieri non accompagnati: una richiesta storica che il Tavolo nazionale, istituito presso il Ministero dell’Interno, ha definitivamente approvato. Importanti passi in avanti sono stati fatti anche a sostegno dei servizi sociali dei Comuni per i quali sono previsti 40 milioni di euro per garantire una concreta ed efficace accoglienza dei profughi ucraini”.
Questo il quadro della situazione sull’accoglienza nei Comuni esposto dal delegato dell’Anci all’immigrazione e sindaco di Prato Matteo Biffoni nel corso della riunione della Commissione immigrazione di Anci che si è svolta questo pomeriggio in video conferenza.
Il delegato dell’Anci, nell’aggiornare i partecipanti sull’ampliamento del Sai, ha evidenziato come ci sia stata grande risposta da parte dei Comuni rispetto ai due bandi di allargamento: quello per progetti già attivi e quello per nuovi progetti. “In entrambi i casi – ha spiegato Biffoni – le risposte dei Comuni sono andate ben oltre i posti messi a finanziamento dagli avvisi. I posti finanziati dal governo sono 4.530, i Comuni hanno risposto per circa 13.000 posti. Per questo chiederemo al governo di non mortificare la disponibilità di posti dei Comuni cercando di trovare le risorse per attivarli”.
Per rispondere più efficacemente a situazioni di emergenza, soprattutto con la ripresa degli sbarchi sulle coste italiane, il delegato Biffoni ha ricordato l’impegno dell’Anci.
“Stiamo chiedendo al governo la possibilità di attivare meccanismi di flessibilità con posti riserva nel Sai da attivare con modalità snelle e semplificate, proprio per rispondere in maniera più efficace in casi di necessità, come la crisi Ucraina ha dimostrato. Bisogna abbandonare il concetto di ‘posti riservati’ che mette in difficoltà i Comuni nel garantire l’accoglienza sui propri territori”.
Un ultimo aggiornamento illustrato nel corso della Commissione immigrazione ha riguardato i bandi della protezione civile per l’attivazione di ulteriori modalità di accoglienza con il Terzo settore su cui Biffoni ha ricordato che “le convenzioni dovranno riportare anche gli accordi di partenariato con i Comuni su cui insisteranno le strutture di accoglienza”.

fonte (Anci.it)

Contributi per accoglienza minori e servizi sociali. Biffoni: “Importanti risultati per i Comuni”

  “A sostegno dell’accoglienza nei nostri Comuni e dei servizi sociali abbiamo ottenuto importanti risultati: il contributo per i Comuni ch...
Foto: SOS Children’s Villages

Il Ministero dell’Interno ha rideterminato il contributo in favore dei Comuni che accolgono minori stranieri non accompagnati, aumentandolo da 45 a 60 euro giornaliere.
“È un risultato importante, siamo soddisfatti”, ha commentato il sindaco di Prato e delegato all’immigrazione di Anci, Matteo Biffoni. “Il Ministero ha dato ascolto alle richieste di Anci, e per questo lo ringraziamo. Si tratta di risorse che daranno respiro ai Comuni, che da mesi evidenziano forti difficoltà nell’effettiva tutela e presa in carico dei minori soli.”
Le procedure per richiedere l’accesso al Fondo rimangono invariate. (fonte Anci)

Aumentato il contributo per minori stranieri non accompagnati.

Foto: SOS Children’s Villages Il   Ministero dell’Interno ha rideterminato il contributo   in favore dei Comuni che accolgono minori stranie...
«Per la prima volta, la Commissione immigrazione e la commissione welfare si sono trovate insieme per decidere di affrontare, con una regia comune, il tema più in generale dell'immigrazione e quello più specifico dei minori stranieri non accompagnati». Così il delegato Anci al welfare e sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi in apertura della prima Commissione congiunta Welfare e Immigrazione che si è tenuta ieri in Anci a cui hanno preso parte anche il delegato Anci all'immigrazione Matteo Biffoni e le presidenti delle rispettive Commissioni Edi Cicchi e Irma Melini.

Le previsioni
«Le previsioni – ha proseguito Vecchi - ci dicono che i flussi degli arrivi continueranno a crescere e questo crea la necessità di una strategia molto concreta che attiene a diversi aspetti, in primo luogo, a un efficientamento ulteriore della gestione dei primi arrivi e alla prima accoglienza, a una capacità di rafforzare ulteriormente il ruolo dei Comuni nella gestione della seconda accoglienza e alla capacità, inoltre, di rafforzare il rapporto con tutto il sistema del terzo settore nei territori per creare le condizioni affinché, oltre all'accoglienza, vi siano processi di avviamento di tipo inclusivo ad un'idea di cittadinanza più forte che coinvolga, nell'ambito dei sistemi di welfare, questi ragazzi».
Secondo Vecchi il tema dell'accoglienza richiama non solo percorsi di inclusione e integrazione nelle comunità locali ma anche alla questione delle risorse finanziarie ed umane a disposizione dei Comuni. «Credo il lavoro di oggi sia un lavoro importante perché mette a frutto un'agenda da sottoporre ai due ministeri, ai ministeri dell'Interno e del Welfare, per un lavoro che nasce da un'ampia concertazione e anche da una lucida consapevolezza di quello che è uno dei più importanti temi politici del nostro tempo», ha concluso il delegato.

La proposta
«A breve presenteremo una proposta ai ministri dell'Interno e del Welfare a cui sottoporremo le nostre proposte per mettere in fila richieste e necessità dei Comuni, al fine di arrivare a una gestione più efficace, meno emergenziale, meno costosa e soprattutto più organizzata sul tema complicatissimo dell'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati». Così il sindaco di Prato e delegato Anci all'Immigrazione, Matteo Biffoni nel corso dei lavori della commissione.
«La Commissione congiunta – ha continuato Biffoni - è stata una novità, in quanto Welfare e Immigrazione hanno discusso di una delle questioni più spinose e più complicate per tutti gli amministratori locali che è quella dell'accoglienza dei minori. I Comuni aspettano risposte su modalità di accoglienza, costi, responsabilità degli amministratori, strutture governative di primo livello, ampliamento dello Sprar per i minori, sostegno economico ai Comuni che svolgono questo ruolo e poi un accordo con l'Albania sempre sul tema dei minori».
«Tutti questi importanti temi messi in campo – ha ribadito Biffoni - ci permetteranno a breve di arrivare alla stesura di un documento, che insieme al presidente della Commissione welfare e sindaco di Reggio Emilia, Luca Vecchi, sottoporrò ai ministri competenti Minniti e Poletti, per mettere in fila tutte e richieste e le necessità dei Comuni emerse che nel corso del dibattito».

Il sistema di accoglienza
«Quello dei minori stranieri non accompagnati è un tema a più ampio raggio che deve essere considerato all'interno del sistema di welfare che deve essere universalista e deve dare la possibilità di gestire le problematiche dei minori in maniera sistematica», lo ha sottolineato la presidente della Commissione welfare Edi Cicchi nel corso dei lavori. La presidente ha rimarcato anche la necessità di «costruire delle reti che vanno al di là del tema dell'emergenza, si tratta di una situazione strutturale a cui bisogna dare risposte strutturate». Affrontare in modo strutturato il tema dei minori richiede però anche delle competenze specifiche «se vogliamo pensare a un progetto personalizzato dobbiamo essere in grado di dare dei servizi che rispondano a queste esigenze», ha concluso Cicchi.
Tra i temi sul tavolo del dibattito anche la necessità di avviare un piano di riparto nazionale per l'accoglienza dei minori stranieri, come sottolineato dalla presidente della Commissione immigrazione Irma Melini che ha ricordato come «solo la regione Sicilia accoglie il 40% dei minori è evidente che alcune regioni, e in particolare alcune città, hanno oggi un carico che non è più sostenibile quindi bisogna necessariamente procedere al piano di riparto».
Per gestire al meglio l'accoglienza sui territori ed evitare eccessivi carichi per i Comuni diventa fondamentale affrontare anche la questione dell'accertamento dell'età dei minori e il «superamento della retta dei 45 euro» con l'obiettivo di adattarla «alle reali necessità dei territori». Rispetto all'accertamento dell'età Melini ha sottolineato la necessità «di applicare il Dpcm del 2016 che riguarda i minori stranieri vittima di tratta a tutti i minori stranieri per uniformare le procedure». I lavori si sono conclusi con l'impegno da parte delle due commissioni di avviare un tavolo tecnico con l'obiettivo di stilare un documento verso standard unici da applicare in tutte le regioni per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati.

Autore: Angela Gallo 
Fonte: quotidianoentilocali.ilsole24ore.com

Minori stranieri non accompagnati, Anci: «A breve proposte a ministri Interno e Welfare per un'accoglienza più organizzata e meno costosa»

«Per la prima volta, la Commissione immigrazione e la commissione welfare si sono trovate insieme per decidere di affrontare, con una regi...
Oltre 11 mila i minori stranieri non accompagnati arrivati in Italia nei primi sette mesi del 2016, secondo le cifre di Unicef, quasi doppio rispetto allo stesso periodo del 2015. Il 3 agosto in Senato è stata discussa una disposizione del decreto enti locali, relativa al sistema di accoglienza ed alla maggiore concentrazione di presenze di minori nei territori del Mezzogiorno. Il lavoro dei sindaci e del personale preposto all’accoglienza nelle sedi ospitanti risulta messo sempre più a dura prova, in particolare nelle province di Palermo, Pozzallo, Messina e Reggio Calabria.
Per porre rimedio a questa situazione il prefetto Mario Morcone annuncia che a partire dal 23 agosto comincierà la distribuzione in quote, diverse da regione a regione, di bambini e ragazzi che arrivino da soli nel nostro paese. I minori attualmente accolti assieme agli adulti nei centri siciliani e calabresi verranno trasferiti verso strutture predisposte ad hoc per i più giovani, sulla base di un criterio territoriale già stabilito per gli adulti stranieri. In Sicilia rimarranno 650 ragazzi in 13 strutture che diventeranno 36, la Calabria ospiterà 200 giovanissimi in 4 strutture. LaCampania accoglierà 150 ragazzi in 5 strutture, la Puglia, la Basilicata, l’Emilia Romagna e il Piemonte 100 giovani ciascuna. Sardegna, Marche, Toscana e Liguria si ripartiranno altri 200 ragazzi.   La misura in questione coinvolge l’impegno di Anci – Associazione Nazionale Comuni Italiani – ed il Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del Ministero dell’Interno, in risposta ad alcune criticità legate al sovraffollamento e alla presenza di minori stranieri presso strutture di prima accoglienza destinate agli adulti nei territori del centro sud.
Nelle scorse settimane, Asgi – Associazione Studi Giuridici per l’Immigrazione – aveva espresso preoccupazione per una disposizione del decreto accoglienza (decreto legislativo 18 agosto 2015 n. 142), relativa ai casi di indisponibilità e di impossibilità di garantire un’accoglienza adeguata ai minori da parte di centri di prima accoglienza e della rete SPRAR, così come dei Comuni. Per ASGI desta preoccupazione l’attivazione di un sistema di strutture ricettive riservate in via temporanea ed esclusiva ai minori in arrivo della capienza di 50 posti che si discosta da un piano di accoglienza  costituito da un sistema di comunità di tipo famigliare o di strutture di dimensioni limitate fino a 30 posti. Oltre al rischio di un disincentivo per i Comuni a partecipare alla rete SPRAR, un simile provvedimento emergenziale potrebbe portare a ricadute su bambini e giovani stranieri non accompagnati. In che termini? Gli esperti temono a conseguenze per quanto riguarda lasfera dei diritti, come:
• la protezione e l’assistenza fuori dal proprio ambito familiare,
• lo sviluppo,
• la salute,
• l’istruzione,
• l’adeguatezza delle condizioni di vita.
Tornando alla proposta discussa in Senato l’intento è di fronteggiare le difficoltà per i minori stranieri, dei quali si sia riconosciuta la mancanza di assistenza e di rappresentanza da parte di genitori o di altri adulti responsabili per legge. Accanto alla conferma del divieto di respingimento e di espulsione del minore, viene introdotta la possibilità di rinviare il minore nel paese di provenienza non solo per motivi di ordine pubblico e sicurezza, ma anche nei casi in cui sia stato accertato il superiore interesse dello stesso al riaffidamento ai propri familiari. Le indagini familiari divengono più celeri, in linea con la preferenza per il ripristino dell’unità del nucleo famigliare. Inoltre, la competenza in materia passa dal Ministero del lavoro al Tribunale per i minorenni, che già si occupa dei provvedimenti di espulsione.
Relativamente alle specifiche misure di accoglienza per i minori stranieri, è prevista la separatezza delle strutture loro riservate rispetto a quelle per adulti, ed è stabilita la durata massima di dieci giorni per le operazioni di identificazione.
Un ulteriore limite temporale riguarda il trattenimento dei minori nelle strutture di prima accoglienza, che viene dimezzato da 60 a 30 giorni.
A seguire, la proposta di legge prevede l’istituzione del Sistema informativo nazionale, con la raccolta delle cartelle sociali dei minori stranieri non accompagnati. Realizzati con il contributo del personale della struttura di accoglienza, questi documenti contengono dati ed informazioni utili a determinare la soluzione di lungo periodo migliore per il minore, da trasmettere ai servizi sociali del comune di destinazione.
Maggiori tutele nei confronti dei minori stranieri soli aprono all’adozione di una procedura unica di identificazione, funzionale, in prim’ordine, all’accertamento della minore età. Per il minore è previsto un colloquio con gli uffici competenti, sotto la direzione del giudice tutelare, insieme alla richiesta di un documento anagrafico in caso di dubbio sull’età. In aggiunta, possono essere svolti esami socio-sanitari, con il consenso del minore e con modalità il meno invasive possibile.
Altre misure abbracciano gli istituti di assistenza e protezione dei minori in stato di abbandono, incaricati della tutela e dell’affidamento delle persone, ed il permesso di soggiorno per i minori non accompagnati. Su quest’ultimo punto, viene semplificata la normativa attuale, con l’introduzione di due tipologie di titolo:
• il permesso di soggiorno per età, che può essere rilasciato al minore che ne abbia fatto richiesta, e fino al compimento dei 18 anni;
• il permesso di soggiorno per motivi familiari, di cui possono disporre sia un minore di 14 anni affidato, o sottoposto alla tutela di un cittadino italiano, sia un minore sopra i 14 anni affidato, o sottoposto alla tutela di un cittadino italiano, o di uno straniero regolarmente soggiornante.
A rafforzamento dei diritti già riconosciuti ai minori non accompagnati, viene estesa la garanzia dell’assistenza sanitaria attraverso l’iscrizione al Servizio sanitario nazionale, obbligatoria per legge per i minori in possesso di un permesso di soggiorno, anche nelle more del rilascio del titolo, dopo il ritrovamento a seguito della segnalazione.
È incentivata l’introduzione di misure da parte di istituzioni scolastiche e di istituzioni formative accreditate per l’assolvimento dell’obbligo scolastico e formativo per i minori, anche grazie a programmi di apprendistato in convenzione.
Un altro campo di intervento investe le garanzie processuali e procedimentali a tutela del minore straniero, con disposizioni di assistenza affettiva e psicologica, e con l’opportunità per il minore di nominare un legale di fiducia. Questo diviene altresì possibile mediante il tutore nominato o i legali rappresentanti delle comunità di accoglienza, con il gratuito patrocinio a spese dello Stato.
Infine, nel testo in discussione sono inserite alcune misure di protezione per specifiche categorie di persone, considerate in uno stato di vulnerabilità, come i minori non accompagnati vittime di tratta.
La necessità di una simile operazione apre ad un richiamo al quadro recentemente fornito da Anci sul sistema di accoglienza in Italia per minori stranieri non accompagnatiNel 2014 le regioni che hanno registrato il più alto numero di minori non accompagnati contattati o presi in carico sono state la Sicilia (oltre 3100), il Lazio (2241), e la Calabria (1470), che insieme hanno ospitato poco più del 50% dei minori arrivati in Italia quell’anno.
Guardando al numero dei Comuni coinvolti nelle politiche di accoglienza, 87 Comuni si sono occupati dell’85% dei minori. In testa, Roma ha fornito accoglienza a 1960 persone, quota scesa di oltre il 33% rispetto al 2012, ed è seguita nella classifica dalle maggiori città della Sicilia e della Calabria: le stesse che oggi si appellano alle istituzioni per una migliore distribuzione dei minori stranieri.
In definitiva, un miglioramento delle procedure di trasferimento verso strutture di accoglienza ordinaria permetterebbe di liberare posti in quelle adibite all’accoglienza straordinaria, da destinare ai nuovi arrivati.
Di fronte ai flussi di minori stranieri non accompagnati che non si fermano, non possono fermarsi gli sforzi verso un tipo di accoglienza che superi la mera logica emergenziale, allineandosi all’imperativo di tutela e garanzia dei diritti del minore.
Autore: Clara Agostini
Fonte:piùculture.it


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