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Il giorno 16 Novembre è stato presentata a Roma l’edizione 2016 del Rapporto sulla protezione internazionale in Italia di Fondazione Migrantes, Caritas Italiana, Cittalia, ANCI e Servizio centrale dello SPRAR in collaborazione con l’UNHCR. Le cifre e il punto della situazione su asilo e accoglienza, con i primi dati SPRAR per il 2016 e un focus su salute mentale e immigrazione nel nostro Paese. Ormai alla terza edizione, il Rapporto, unico in Italia, fa il punto sia sul fenomeno dei migranti forzati nel mondo sia su quello dei richiedenti protezione internazionale in Italia e in Europa, quest’anno con l’aggiunta di un focus su salute mentale e immigrazione nel nostro Paese.  "Investire su accoglienza e integrazione significa non solo restituire dignità e futuro a una persona, ma contestualmente produrre legalità e contrastare le molteplici forme di sfruttamento a cui assistiamo. D’altronde, che convenga puntare su un sistema di accoglienza strutturato e coordinato è facilmente desumibile dal fatto che una persona lasciata al suo destino diviene facilmente oggetto di attenzioni da parte della criminalità, che non di rado utilizza i canali dell’asilo per far proliferare i propri traffici" "L’arrivo in Europa di oltre un milione di profughi nel corso del 2015 ha messo definitivamente in crisi quelle certezze su cui il vecchio continente ha cercato negli ultimi 50 anni di costruire un’identità comune… L’unico strumento previsto dall’Agenda europea che ad oggi ha trovato un’effettiva attuazione sono i centri all’interno dei quali è stato assunto l’approccio hotspot, che sono parte di un sistema respingente che non di rado nega l’accesso alla procedura di protezione internazionale… In tanta confusione e indeterminatezza, a pagarne le spese sono i migranti a cui talvolta, come viene ricorrentemente ricordato dalle associazioni di tutela, non è garantita la possibilità di accedere alla richiesta di asilo creando quella che qualcuno ha definito la fabbrica della “clandestinità di Stato” che produce centinaia di nuovi fantasmi, persone in carne ed ossa che rischiano il rimpatrio o la detenzione nei CIE, o nel migliore dei casi, un soggiorno in un limbo infernale di sfruttamento e ricattabilità. Ne incontriamo molti sui territori. Si tratta di persone disorientate che si rivolgono alle organizzazioni umanitarie per chiedere un sostegno o semplicemente un orientamento" Nel primo semestre 2016, si legge nel Rapporto, "i progetti finanziati dal FNPSA sono stati 674, 244 in più rispetto al 2015 (per complessivi 27.089 posti in accoglienza), di cui 520 destinati all’accoglienza di richiedenti e titolari di protezione internazionale appartenenti alle categorie ordinarie (24.593 posti), 109 destinati a minori non accompagnati (1.916 posti) e 45 a persone con disagio mentale e disabilità fisica (580 posti)". Con i processi dell’ampliamento straordinario promosso dal Viminale, la capienza è poi salita a 27.089 posti (di cui 12.485 strutturalmente finanziati da bando e 14.604 posti aggiuntivi). Gli enti locali titolari di progetto sono stati 574 in tutto: 533 Comuni, 29 Province e 12 unioni di Comuni.
Preoccupa "la condizione di estrema precarietà che colpisce i minori stranieri non accompagnati, per i quali non si riesce a implementare un sistema in grado di dare risposte immediate". "Seppure il sistema di accoglienza teoricamente sia oramai stato delineato (sia nell’Intesa del 2014 sia nel DLgs 142 del 2015), allo stato attuale, con un gravissimo ritardo di quasi due anni, il percorso di accoglienza per i minori stranieri non accompagnati risulta ancora carente, non strutturato e definito. La presa in carico dei minori non accompagnati in Italia si caratterizza, ancora oggi, per la forte eterogeneità delle politiche sociali e socio-educative, per l’assenza di un unico modello sociale di riferimento e per la ricaduta differenziata a livello locale del fenomeno stesso". Preoccupa inoltre, soprattutto negli ultimi mesi, "l’incremento esponenziale dei dinieghi (circa il 60%) pronunciati dalle Commissioni territoriali competenti sulle istanze per il riconoscimento della protezione internazionale (asilo o protezione sussidiaria) o umanitaria, e il corrispondente innalzamento del livello di tensione nei centri di accoglienza variamente denominati, nei quali i migranti rimangono in attesa di una decisione sul loro status".



Mons. Giancarlo Perego, Direttore generale della Fondazione Migrantes, commentando i dati del nuovo Rapporto sulla protezione ha sottolineato come sia evidente la crescita delle accoglienze in strutture precarie e straordinarie (oltre il 300% in tre anni), mentre il numero dei richiedenti asilo e rifugiati negli SPRAR è aumentato solo del 20%: sono dati che chiedono di continuare un impegno di accoglienza diffusa e organica sul territorio nazionale, a tutela di un diritto fondamentale, quale è l’asilo.

Anche la situazione dei minori non accompagnati, quasi raddoppiati nel 2016 rispetto al 2015 – ha proseguito Mons. Perego -, vede ancora un’accoglienza in strutture straordinarie (12.000 su 14.000), inoltre concentrata sia nelle strutture straordinarie che negli SPRAR per i minori, soprattutto in Sicilia (10 volte più che in Veneto e cinque volte più che in Lombardia), e in Calabria, mentre cresce anche il numero degli “irreperibili”, almeno 8.000 nel 2016: un tema che richiede con urgenza l’approvazione definitiva e l’entrata in vigore della legge.

Focus: migrazione e salute mentale
«Nonostante manchino ancora ricerche e dati affidabili, gli operatori del settore hanno rilevato un aumento di richieste di ricoveri e cure psichiatriche da parte di migranti con vissuti di psico-traumatologia e talvolta di emarginazione sociale precedenti la migrazione».

«Nonostante la presenza di strutture dedicate di alto livello (la stessa rete dello SPRAR comprende progetti specifici dedicati ai richiedenti e rifugiati con disagio mentale e disabilità fisica), di fronte a una crescente domanda di assistenza psichiatrica, la risposta dei servizi italiani appare difficoltosa sia per la forte pressione cui essi sono stati sottoposti in modo relativamente inaspettato, sia per la necessità di sviluppare competenze cliniche e fornire soluzioni organizzative nuove… Per quanto tuttavia la situazione possa apparire complessa, tali difficoltà possono rivelarsi un’opportunità preziosa per promuovere la crescita e la maturazione complessiva di tutti i servizi assistenziali e sanitari coinvolti, con potenziali ricadute positive su tutto il sistema».

Rapporto sulla protezione internazionale in Italia 2016. Preoccupano le condizioni di precarietà dei minori non accompagnati

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