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Pagelle in tasca è il progetto realizzato da Intersos, con la collaborazione di UNHCR,con il quale i minori stranieri non accompagnati, trentacinque, potranno essere ospitati in famiglie affidatarie e frequentare la scuola.

Il progetto darà la possibilità a 35 minori di conseguire la licenza media e successivamente scegliere se proseguire gli studi o intraprendere un corso di formazione professionale.

Il primo gruppo, di 5 minori, è arrivato ieri all'aeroporto di Torino. I ragazzi dell'età compresa tra i 15 e 17 anni provengono dal Darfur ed erano rifugiati in Niger.

I minori verranno ospitati presso le famiglie affidatarie con il meccanismo di community sponsorship che prevede anche il coinvolgimento di tutori volontari e del Comune di Torino.

Tutte le famiglie aderenti al progetto riceveranno un supporto educativo, legale e psicologico.

Pagelle in tasca, il progetto per l'ingresso regolare e sicuro di minori non accompagnati

Pagelle in tasca è il progetto realizzato da Intersos, con la collaborazione di UNHCR,con il quale i minori stranieri non accompagnati, tren...
I minori stranieri non accompagnati sono agenti attivi di cambiamento, non solo soggetti destinatari di policy e servizi. È questo che chiedono per loro i minorenni stranieri non accompagnati ospiti nei centri di accoglienza in Italia.

Presentato, questa mattina, 9 luglio, al Museo dell’Ara Pacis, il rapporto di Garante per l'infanzia e Unhcr dedicato ai giovani ospiti del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati.“Ascolto e partecipazione sono stati gli assi su cui è stato sviluppato il ricco e articolato piano di lavoro realizzato in questi due anni con Unhcr”: lo ha sottolineato l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza Filomena Albano.

22 le strutture coinvolte, dislocate in 11 regioni, per un totale di 203 minori rifugiati; 17 anni l’età media e 22 le nazionalità di provenienza. L’80% degli adolescenti che hanno preso parte al progetto denuncia la carenza di informazioni sulle attività di orientamento e sul funzionamento della commissione territoriale; spesso a mancare è la figura del mediatore culturale. Circa la metà, poi, rileva l’assenza di adeguate attività di socializzazione, fattore che comporta la forte percezione di isolamento rispetto all’esterno. Ancora, il rapporto informa che 7 giovani rifugiati su 10 dichiarano di avere subìto forme di intolleranza e pregiudizio mentre 1 su 4 ha detto di non essersi sentito coinvolto nelle scelte relative al proprio percorso legale e che la permanenza nei centri di prima accoglienza si è protratta ben oltre i 30 giorni fissati quale tempo massimo dalla legge.

“Quasi la metà della popolazione rifugiata nel mondo è costituita da bambini, molti dei quali trascorrono tutta la loro infanzia lontano da casa – ha dichiarato Carlotta Sami -. È molto importante collaborare con i minori stessi per garantire loro protezione, rafforzando i meccanismi di partecipazione attiva nelle decisioni che li riguardano, anche attraverso la collaborazione con le autorità nazionali come Agia”.

«Alla luce dei risultati della ricerca svolta – ha illustrato il referente Unhcr per l’indagine Roberto Lucarella – nel corso del 2018 sono stati creati maggiori spazi di cittadinanza e luoghi di informazione» mediante la somministrazione «di interventi di sperimentazione, sia informali che strutturati, mirati a favorire il coinvolgimento e l’inclusione sociale». Si è operato «con focus groups realizzati con cadenza quindicinale per tre mesi presso i centri di prima accoglienza di Firenze, Pescara e Roma, favorendo la comunicazione interculturale e strutturando un percorso informativo di stampo legale e amministrativo». Una delle attività che ha portato più frutto è stato il laboratorio di fotografia perché «ha in molti casi valorizzato le doti dei ragazzi – ancora Lucarella – e soprattutto ha visto la realizzazione di una mostra che dà loro volto e voce». 
L’esposizione è stata ospitata dal 19 giugno, e avrà termine questa sera, proprio negli spazi del museo dell’Ara Pacis.
«È sicuramente importante attribuire un volto ai giovani rifugiati – ha evidenziato Carlotta Sami, portavoce Unhcr per il Sud Europa -; dei più di 20 milioni di persone in fuga nel 2018 per guerre e persecuzioni, 1 su 2 sono bambini e adolescenti, e molti di loro arrivano da soli» con una storia e «un progetto di vita carico di aspettative, rispetto al quale il diritto all’ascolto e alla partecipazione è elemento cardine imprescindibile». Agire offrendo loro protezione «equivale a restituire la dignità di persona cui spetta il godimento dei diritti fondamentali – ha aggiunto Sami -, mettendoli nelle condizioni di capire il loro percorso di accoglienza per poterlo gestire con consapevolezza e favorendo l’incontro arricchente tra pari, per dare spazio alla loro storia». Anche la presidente del Tribunale dei Minori di Roma Alida Montaldi ha sottolineato quanto «i giovani rifugiati abbiano da narrare e da dare, portando così quella ricchezza umana che tramite la formula dell’affido più di 300 cittadini della Capitale e del Lazio nell’ultimo anno si sono resi disponibili ad accogliere, con grande motivazione».

REPORT "L'ascolto e la partecipazione dei minori stranieri non accompagnati in Italia" (pdf)


Minori Stranieri non Accompagnati, agenti attivi di cambiamento

I minori stranieri non accompagnati sono agenti attivi di cambiamento, non solo soggetti destinatari di policy e servizi. È questo che c...
L’UNHCR ha pubblicato quest’oggi il Report Desperate Journays, ViaggiDisperati, che analizza gli arrivi alle frontiere europee.
Il periodo di riferimento sono i primi 7 mesi del 2018, messe a confronto con quelle dello stesso periodo dell’anno scorso.
Il numero totale di rifugiati è diminuito del 41% rispetto allo scorso anno, con buona pace di quanti danno una visione falsa e allarmistica del fenomeno migratorio.
L’unico allarme è per coloro che non riescono a partire, braccati nell’inferno libico.
Molti hanno appreso la notizia “meno sbarchi” come qualcosa di positivo, un vanto, una medaglia al valore della capacità di governare.
Invece, questa è una cattiva notizia per due motivi:
1)    Molti di coloro che non riescono ad arrivare continuano, con buona pace dei governi Europei, a sperimentare qualunque forma di abuso. “Il 75% delle oltre 900 persone intervistate ha sperimentato qualche forma di abuso sulle rotte che portano in Libia e in Europa. Il 44% degli intervistati ha segnalato di aver assistito a una o più morti durante il viaggio. Di coloro che hanno viaggiato attraverso la Libia, il 64% ha riferito di abusi fisici, violenze o torture, il 45% ha detto di essere stato privato di cibo e il 41% dell'acqua. Il 30% ha riferito di essere stato sottoposto a pratiche di sfruttamento del lavoro e il 21% ha riferito di aver fatto esperienza di estorsione o corruzione, l'11% ha dichiarato di essere stato colpito o minacciato con armi e il 3% ha riferito di essere stato oggetto di abusi o sfruttamento sessuale (il 7% delle donne e il 2% degli uomini).”
2)    Al minor numero di arrivi corrisponde anche una più alta percentuale di morti.  
"Alla di fine luglio, quasi 1600 persone erano morte o disperse nel Mar Mediterraneo e lungo le rotte terrestri nel 2018, ad esclusione di coloro che sono morti lungo rotte da e verso il Nord Africa, come nel deserto del Sahara o in Libia. Nonostante i numeri più bassi di persone che attraversano il mare dalla Libia, una percentuale maggiore di persone muore in mare, con un decesso per ogni 18 persone che arrivano in Europa attraverso la rotta del Mediterraneo centrale tra gennaio e luglio di quest'anno rispetto a un decesso ogni 42 nello stesso periodo del 2017".
"Lungo le rotte terrestri anche in Europa, quest'anno si registrano più morti con 74 morti registrati nei primi sette mesi del 2018 rispetto ai 42 dello stesso periodo dell'anno scorso".
Per meglio rendere l’idea, durante tutto il 2017, 2.276 sono i migranti deceduti diretti verso Italia, contro i 1.095 del 2018, non ancora finito. Se consideriamo che gli arrivi, alla rilevazione di fine luglio, sono stati un quinto rispetto allo scorso anno, la proporzione delle persone scomparse o decedute è altissima.
Andando ad indagare su quanti minori stranieri non accompagnati sono arrivati in Europa nei primi sette mesi del 2018 ci accorgiamo che sono poco più di 3.500 rispetto agli oltre 13.300 nello stesso periodo dell'anno scorso. Quasi 2.900 minori non accompagnati sono arrivati in Italia, principalmente dalla Libia e dalla Tunisia.
Le nazionalità più rappresentate sono: Eritrea, Tunisia e Sudan.
Come gli adulti, anche i minori, secondo il rapporto UNHCR, sono soggetti ad abusi. Inoltre, "anche i bambini, sia accompagnati che non accompagnati, che sono stati intercettati o salvati al largo delle coste libiche dalla Guardia costiera libica sono trasferiti in strutture di detenzione al momento dello sbarco in Libia. Alla fine di luglio 2018, quasi 1.200 bambini erano stati trasferiti in detenzione in Libia".
Per completezza, il rapporto Viaggi disperati ci fornisce anche un altro dato interessante.
Soltanto in Italia si è registrato un brusco calo degli sbarchi, mentre in Spagna, gli arrivi, sia via terra, nelle Enclave Marocchine, che via mare, sono più che raddoppiati, passando da 12.100 nel 2017 a 27.600 nel 2018. Lo stesso è avvenuto in Grecia dove quest'anno sono arrivati 26.000 migranti contro i 13.800 dei primi sette mesi dello scorso anno.
Foto: Refugees were rescued by Sea Watch crew members after their rubber dinghy overturned spilling the passengers into the Mediterranean AMNON GUTMAN/AL JAZEERA


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UNHCR: Viaggi disperati, il Report. Un decesso ogni 18 persone che raggiungono l' Europa.

L’ UNHCR ha pubblicato quest’oggi il Report Desperate Journays, ViaggiDisperati, che analizza gli arrivi alle frontiere europee. Il p...
È stata diffusa l’anticipazione del rapporto “Minori stranieri non accompagnati: una valutazione partecipata dei bisogni”, relazione sulle visite nei centri emergenziali, di prima e seconda accoglienza in Italia realizzata congiuntamente dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza (Agia), Filomena Albano, e l’Alto commissariato delle Nazioni unite per i Rifugiati (UNHCR). L’anticipazione è scaricabile sia dal sito dell’Agia (http://www.garanteinfanzia.org/sites/default/files/report-agia-unhcr-6-18.pdf) che da quello dell’UNHCR (https://www.unhcr.it/cosa-facciamo/protezione/minori-non-accompagnati/ascolto-e-partecipazione).

I centri coinvolti. Il campione esaminato comprende strutture di Umbria, Marche, Toscana, Lazio, Puglia, Sicilia, Emilia Romagna, Lombardia, Veneto e Piemonte. Quindici i centri coinvolti, 134 i minori incontrati, 21 le nazionalità rappresentate nelle attività di ascolto e 17 anni l’età media dei ragazzi. Le visite – arricchite da attività laboratoriali su partecipazione e ascolto – proseguiranno fino a fine 2018, dopo di che sarà diffuso il rapporto conclusivo.
I risultati. Nell’80% dei 15 centri visitati sono risultate carenti informazioni e orientamento, nel 53% di essi emerge la mancanza di attività di socializzazione, nel 47% delle 15 strutture coinvolte la permanenza in centri di prima accoglienza o emergenziali vanno ben oltre i 30 giorni previsti dalla legge. La problematica più segnalata dagli enti gestori è stata quella dei tempi gravosi per la nomina dei tutori. Ragazzi ed enti insieme hanno tra l’altro fatto rilevare l’impossibilità per i minori stranieri non accompagnati di tesserarsi con la Federazione gioco calcio.
Tra le proposte dei ‘minori’: sostegno all’integrazione personalizzato; incontro con le comunità locali per combattere episodi di razzismo, contatto con famiglie per conoscere la cultura italiana. “Potremmo passare le domeniche insieme” dicono. E ancora: corsi di italiano, possibilità di socializzare con i coetanei e tutori volontari in grado di attivare un rapporto di conoscenza, rispetto reciproco e fiducia. L’anticipazione segnala una serie di “protection gaps” specifici. Tra di essi la promiscuità con gli ospiti adulti, la permanenza dei minorenni fino ed oltre il compimento della maggiore età, le restrizioni della facoltà di movimento e la mancanza di condizioni di vita adeguate alla minore età.
La nota alle istituzioni. “Mi preme richiamare l’attenzione sulle raccomandazioni contenute nel rapporto, che sono il risultato dei processi di consultazione delle persone di minore età ascoltate dall’Autorità nel corso delle visite” dice la Garante Filomena Albano. L’Autorità ha rivolto questo appello, con una nota, alla Presidenza del Consiglio dei ministri, ai ministeri dell’Interno, della Giustizia, della Sanità, del Lavoro e Politiche sociali, nonché al vicepresidente del Csm, ai tribunali per i minorenni, ai presidenti delle Regioni e ai garanti per l’infanzia regionali.

“L’Autorità̀ garante deve essere il ponte tra la persona di minore età e le istituzioni nell’obiettivo di perseguire il diritto all’uguaglianza. Attraverso l’ascolto istituzionale, si intercettano le richieste e i bisogni, traducendoli in diritti e si individuano le modalità̀ per renderli esigibili, portando le istanze di bambini e ragazzi davanti alle istituzioni” afferma la Garante Filomena Albano.
“L’ascolto delle persone di minore età è indispensabile per far emergere i loro bisogni e le loro opinioni, e quindi, assicurare il rispetto dei loro diritti” aggiunge Felipe Camargo, Rappresentante dell’UNHCR per il Sud Europa. “Con questa importante iniziativa, vogliamo assicurare a questi bambini e adolescenti in condizioni di particolare vulnerabilità misure di protezione adeguate a soddisfare le loro specifiche esigenze di protezione e sviluppo. In particolare, dalle attività fin ora realizzate con i minori, è emerso con forza, il bisogno di essere supportati nel loro percorso di integrazione, in un contesto di accoglienza che deve essere dignitoso e rispettoso del loro superiore interesse” conclude Camargo.

Le raccomandazioni. È stata ribadita dall’anticipazione del rapporto “Minori stranieri non accompagnati: una valutazione partecipata dei bisogni” la necessità di garantire e promuovere spazi protetti di ascolto per i minorenni che giungono in Italia da soli e che hanno dunque specifiche esigenze di protezione, tanto più se fuggono da conflitti o da persecuzioni.
Tra le richieste dei ragazzi, tradotte in raccomandazioni, quella frequentissima di “gentilezza e rispetto nelle comunicazioni”. A tribunali e garanti è stato raccomandato di assicurare informazioni esaustive sulla figura e i compiti dei tutori, dei quali è stata sollecitata ancora una volta la nomina. È stato altresì chiesto di chiarire e uniformare su tutto il territorio l’applicazione della procedura di ricongiungimento familiare dei minori non accompagnati ai sensi di Dublino III. Non risulta sia stato fatto circolare l’opuscolo informativo per dare ai richiedenti asilo informazioni corrette e omogenee sulla procedura.

L’anticipazione del rapporto Agia-UNHCR sollecita i responsabili a far in modo che “eventuali permanenze in centri di accoglienza straordinaria e strutture a non alta qualificazione siano contenute nei tempi strettamente necessari”. Altra raccomandazione quella di attivare le procedure di accertamento dell’età solo qualora ci siano fondati dubbi su di essa e sempre su disposizione della Procura presso il Tribunale per i minorenni. Ai servizi sociali, infine, è stato chiesto di vigilare su chi realizza, a livello locale, gli interventi sociali.

Leggi i Rapporti
http://www.garanteinfanzia.org/sites/default/files/report-agia-unhcr-6-18.pdf

Minori stranieri non accompagnati: il rapporto sulle visite ai centri di accoglienza di Agia e Unhcr

È stata diffusa l’anticipazione del rapporto “ Minori stranieri non accompagnati : una valutazione partecipata dei bisogni”, relazione sul...
Il prossimo 23 giugno, per celebrare la Giornata mondiale del rifugiato, l’Agenzia Onu per i rifugiati (Unhcr) insieme all’Associazione italiana calciatori e l’Associazione italiana allenatori calcio Onlus, con il patrocinio della Figc, del Coni Lazio ed il sostegno di AS Roma organizza il 23 giugno (ore 18.30) una partita di calcio speciale #withrefugees, presso lo Stadio Tre Fontane a Roma. 

La sfida sarà tra la squadra di minori non accompagnati, rifugiati e richiedenti asilo della Città dei Ragazzi, vincitrice del Torneo dell’Amicizia 2018 promosso dal Coni Lazio, e una selezione di stelle del calcio e dello spettacolo capitanate da Damiano Tommasi.

Il 23 giugno a Roma le star del calcio contro squadra di minori non accompagnati

Il prossimo 23 giugno, per celebrare la Giornata mondiale del rifugiato, l’Agenzia Onu per i rifugiati (Unhcr) insieme all’Associazione i...
Un nuovo rapporto rilasciato oggi dall’UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, evidenzia i cambiamenti in atto nelle rotte usate da rifugiati e migranti per raggiungere l’Europa nel terzo quadrimestre del 2017.

“Nei mesi scorsi la rotta via mare verso la Grecia ha guadagnato popolarità, gli arrivi via mare in Italia sono diminuiti e abbiamo assistito ad una crescente diversificazione dei viaggi intrapresi da migranti e rifugiati per raggiungere l’Europa”, riferisce Pascale Moreau, Direttrice dell’Ufficio per l’Europa dell’UNHCR.

Il numero delle persone che hanno attraversato il Mediterraneo dalla Libia all’Italia è fortemente calato, 21.700 persone sono arrivate tra luglio e settembre, il numero più basso degli ultimi quattro anni per lo stesso periodo di riferimento.

Secondo il rapporto, nel corso del terzo quadrimestre dell’anno è fortemente aumentato il numero di persone che sono arrivate in Italia partendo dalla Tunisia, dalla Turchia e dall’Algeria, e la maggior parte degli arrivi in Europa, lungo la rotta del Mediterraneo sono costituti da persone di nazionalità siriana, marocchina e nigeriana.

La Grecia ha visto un aumento degli arrivi via mare e via terra fin dall’estate. Solo a settembre circa 4.800 persone hanno raggiunto le coste greche, il numero più alto in un solo mese dal Marzo 2016. Circa l’80 per cento degli arrivi via mare in Grecia sono costituiti da siriani, iracheni e afghani, di questi due terzi sono donne e bambini.

Parallelamente, la Spagna ha visto un aumento del 90 per cento degli arrivi via terra e via mare nel terzo quadrimestre del 2017, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La maggior parte di questi, 7.700 persone, arriva da Marocco, Costa d’Avorio e Guinea, ma gli arrivi via terra sono costituiti per la maggior parte da siriani.

Il rapporto evidenzia inoltre la ripresa, nel corso dell’estate, degli arrivi in Romania dalla Turchia, attraverso il Mar Nero (per la prima volta dal febbraio del 2015) così come un massiccio incremento degli arrivi a Cipro dall’inizio dell’anno.

“Nonostante la riduzione degli arrivi attraverso la rotta del Mediterraneo centrale, migliaia di persone continuano ad intraprendere viaggi disperati verso l’Europa,” riferisce Moreau, che ha sottolineato con profonda preoccupazione che al 20 novembre quasi 3.000 persone sono morte nel tentativo di raggiungere l’Europa via mare e altre 57 via terra o ai confini europei nel 2017. I numeri effettivi potrebbero essere più alti, ha aggiunto.

Il rapporto sottolinea, inoltre, la difficile situazione che vivono molte donne e ragazze vittime di tratta e quella di 15.200 minori non accompagnati e separati che sono arrivati finora in Europa quest’anno.

Il rapporto mostra poi che i movimenti di persone che cercano di oltrepassare i confini terrestri continuano anche negli ultimi tre mesi nonostante i respingimenti ad opera di alcuni Paesi. Queste pratiche dovrebbero essere investigate ed eliminate, si legge nel rapporto.

“L’UNHCR continua a chiedere maggiore accesso a vie legali e sicure, quali il ricongiungimento famigliare e il reinsediamento in Europa. È importante anche assicurare che le persone abbiano accesso alle procedure di asilo nei paesi europei” ha riferito Moreau. “Siamo estremamente grati per i contributi finora effettuati dagli Stati, tuttavia serve ancora molto per soddisfare la richiesta di 40.000 posti di reinsediamento effettuata lo scorso settembre per i rifugiati che si trovano in 15 paesi prioritari lungo la rotta del Mediterraneo centrale” ha aggiunto.

Il rapporto completo è disponibile al seguente link: https://data2.unhcr.org/en/documents/details/60865

Comunicato Stampa UNHCR




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Nuovo rapporto UNHCR evidenzia cambiamenti rispetto ai rischiosi viaggi di migranti e rifugiati verso l’Europa

Un nuovo rapporto rilasciato oggi dall’ UNHCR , Agenzia ONU per i Rifugiati, evidenzia i cambiamenti in atto nelle rotte usate da rifugia...

Sulla carta le leggi nazionali, basate su standard internazionali, formano un quadro solido di protezione per i minori che viaggiano da soli. Ma nella pratica non è così

“Sarebbe stato meglio partire con la famiglia, o con un parente. Questo modo di viaggiare è così difficile e pericoloso”. Ali Jibrili, 17 anni, è arrivato dalla Libia all’Europa, dopo un viaggio estenuante e rischioso. Da solo, come altri coetanei, ha affrontato tutti i pericoli di una traversata dove troppi migranti ogni anno trovano la morte. Ma una volta arrivato a destinazione il suo viaggio non è finito, ai confini fisici si sono aggiunti quelli burocratici, fatti di leggi spesso inapplicate, servizi sociali carenti e diritti violati. La sua testimonianza è contenuta in un lavoro realizzato da Unhcr Unicef e Irc, dal titolo “The wayforward, che analizza e mette a confronto le politiche europee sui i minori stranieri non accompagnati.  
Se sulla carta, infatti, le leggi nazionali, basate su standard internazionali, formano un quadro solido di protezione per i minori che viaggiano da soli. Nella pratica, esse non si traducono immediatamente in politiche a sostegno del benessere dei bambini rifugiati e migranti. Nei diversi paesi dell’Ue i minori migranti si trovano davanti confuse procedure burocratiche, che anziché facilitarli nel difficile percorso di inserimento, possono creare ulteriori problemi. Proprio per questo Unhcr, Unicef e Irc, hanno deciso di “mettere in moto un processo per sostenere gli Stati – spiegano nel report, dove vengono evidenziati alcuni dei problemi comuni nella gestione dell’accoglienza dei minori non accompagnati: dalla difficoltà di accertare l’età fino al problema del tutoraggio e le regole inapplicate del Regolamento Dublino -. L’obiettivo è quello di armonizzare il più possibile le normative in modo che i ragazzi arrivati soli in Europa possano sentirsi davvero protetti e sicuri”.


Alcuni numeri. 


Negli ultimi anni il numero di minori migranti arrivati nell'Unione europea, spesso non accompagnati, è aumentato drasticamente. Nel 2015 e 2016, si calcola che un terzo dei richiedenti asilo (30 per cento) erano minori. Secondo le ultime elaborazioni Eurostat, lo scorso anno 63.300 richiedenti asilo negli Stati membri dell'Ue sono stati considerati minori non accompagnati, con un calo di circa un terzo rispetto al 2015 (quando i minori erano circa 96 500) ma con una media 5 volte superiore a quella registrata nel periodo 2008-2013 (circa 12 000 all'anno). La maggior parte sono maschi (89 per cento) e più di due terzi di età compresa tra 16 e 17 anni (68 per cento, circa 43 300 persone), i ragazzi tra i 14 e15 anni rappresentano il 21 per cento del totale (circa 13.500 persone) mentre quelli sotto i 14 anni, circa 6300 in totale. Più di un terzo di tutti i minori non accompagnati arrivati in Europa sono afgani, e circa un quinto siriani. Per quanto riguarda l’Italia, gli ultimi dati aggiornati al 10 ottobre, parlano di 14mila minori non accompagnati, arrivati sulle nostre coste. Lo scorso anno la cifra dei msna nel nostro paese ha raggiunto la cifra record di 25.846, più del doppio rispetto all’anno precedente (12.360).


Anche sulla base di questi numeri, è evidente che la crisi dei rifugiati degli ultimi anni sta avendo un impatto sui servizi sociali pubblici e nelle comunità locali. Il tema è al centro di un monitoraggio operato dalla rete sociale europea (Esn), che sta comparando le esperienze e le risposte degli Stati in vari ambiti, anche per quanto riguarda la tutela dell’infanzia. Per fare un punto sulla reale situazione dei minori in Europa, dal 22 al 24 ottobre si terrà a Stoccolma il convegno “Migrant children and young people: social inclusion and transition toadulthood”. Una due giorni finalizzata a capire non soltando come stanno trattando il fenomeno i principali stati europei, ma anche quali sono le migliori pratiche oggi messe in campo. Prima dell’evento è stata, infatti, svolta una ricerca in cui ai rappresentanti dell’Ens a livello europeo è stato chiesto che tipo di lavoro si sta facendo con i minori migranti per tutelarli e favorirli nella transizione verso l’età adulta. Tra i partecipanti al seminario ci saranno quindi anche responsabili economici e politici, come Asa Regner, ministra della Salute e delle politiche sociali in Svezia, Lucio Melandri, senior emergency menager di Unicef e Guglielmo Schininà, responsabile della sezione Salute mentale, risposta psicosociale e intercultura dell’Oim. 
fonte:redattoresociale.it
Scarica il Report https://data2.unhcr.org/ar/documents/download/58434


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Sempre più minori stranieri soli: il problema delle leggi e la risposta dell'Ue

Sulla carta le leggi nazionali, basate su standard internazionali, formano un quadro solido di protezione per i minori che viaggiano da sol...
Aumentano i migranti sulla rotta mediterranea soprattutto dall'ovest dell'Africa, e così fanno le organizzazioni dei trafficanti ed i pericoli per chi parte per l'Europa. E' quadro che emerge dal rapporto dell'Unhcr "Mixed Migration Trends in Libya: Changing Dynamics and Protection Challenges" sull'evoluzione dei flussi e della situazione dei rifugiati e dei migranti in Libia e calo della sicurezza.

Un quadro che rivela inoltre come la metà dei migranti e rifugiati che viaggiano verso la Libia credono che troveranno lavoro nel Paese, ma finiscono con il dover fuggire verso l'Europa da una situazione di instabilità, insicurezza, difficoltà economiche, violenze e abusi.

"Persone con diversi background e motivazioni viaggiano insieme sulle stesse rotte con l'aiuto di persone senza scrupoli", comunica l'agenzia Onu.

Lo studio, realizzato da Altai Consulting, ha raccolto dati qualitativi in Libia, Ciad, Niger, Tunisia, Algeria e Italia tra ottobre e dicembre 2016.

Secondo il rapporto, negli ultimi anni il numero delle persone che sfruttano la rotta mediterranea è aumentato e continuerà ad crescere. La rotta che passa per la Libia "è quella usata più comunemente, e anche la più mortale". Lo studio mostra come i profili e le nazionalità dei migranti che raggiungono il Paese sono cambiati negli ultimi anni, con una diminuzione delle persone provenienti dall'est dell'Africa e un aumento degli originari dell'ovest, che oggi rappresentano oltre la metà degli arrivi in Europa attraverso il Mediterraneo dalla Libia in Italia (oltre 100 mila nel 2016).

I rifugiati e migranti in Libia sono principalmente giovani maschi (80%) e mediamente viaggiano da soli (72%). Le donne sono spesso vittime di tratta e il numero dei minori stranieri non accompagnati è in aumento, e oggi rappresenta il 14% degli arrivi in Europa attraverso il Mediterraneo.

I migranti in Libia tendono ad avere un livello basso di studi, con il 49% con assente o poca istruzione. I migranti dei Paesi vicini alla Libia quali Ciad, Niger, Sudan, Egitto e Tunisia, viaggiano principalmente per motivi economici. Anche i migranti provenienti dall'Africa occidentale viaggiano soprattutto per motivi economici ma ci sono anche vittime di tratta e altri che hanno necessità di protezione.

Chi viene dall'Africa orientale emigra per persecuzione politica, conflitti e povertà. Altre nazionalità come siriani, iracheni, palestinesi, fuggono per le violenze e per cercare una opportunità di vita.

Tra le principali novità degli ultimi anni, il documento sottolinea che le rotte e gli 'hub' di transito in Libia sono cambiati e che le persone non viaggiano più nel nordest del Paese. I migranti sono sempre meno disposti a restare in Libia e non si fermano nelle città per più di poche settimane, in particolare nel sud del Paese.

Il rapporto evidenzia inoltre come l'industria dei trafficanti sia cresciuta in modo significativo, con organizzazioni sviluppate transnazionali e professionali. I gruppi armati sono sempre più coinvolti nel mondo dei trafficanti e i prezzi dei viaggi sono generalmente saliti.

In ogni caso, i migranti che passano per la Libia sono più vulnerabili, e i servizi di supporto e la sicurezza sono diminuiti. Negli ultimi anni i migranti sono diventati sempre meno visibili, soprattutto per chi offre "viaggi organizzati" sotto il controllo dei trafficanti. Il rapporto sottolinea tuttavia che alcuni aspetti non sono cambiati, come i punti di entrata nel Paese.

Infine, il documento dell'Unhcr sottolinea l'importanza di dare aiuto diretto, soprattutto negli 'hub' chiave del sud del Paese, oltre alla realizzazione di un monitoraggio delle frontiere, di campagne di informazione sui rischi per i migranti e la richiesta di una maggiore sensibilizzazione e collaborazione delle autorità libiche. (fonte ANSAmed).


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Unhcr, aumentano pericoli su rotte migranti verso Europa

Aumentano i migranti sulla rotta mediterranea soprattutto dall'ovest dell'Africa, e così fanno le organizzazioni dei trafficanti e...
25846 minori non accompagnati sono giunti in Italia via mare, dati UNHCR. 2377 il numero di minori accompagnati. Il numero dei msna nel 2016, tra quelli arrivati in Italia via mare, è cresciuto del 107%.
I minori non accompagnati rappresentano oggi il 15% di tutti gli arrivi via mare, dati ISMU, mentre costituivano l’8% nel 2015 e il 7,7% nel 2014, anno record di sbarchi.
La maggior parte arriva dall’Africa: al primo posto in graduatoria i giovani Eritrei (3832), seguono gambiani (3257), nigeriani (3040), egiziani (2467) e guineani (2406), di cui si registra il maggior incremento rispetto allo scorso anno. I dati pubblicati da Unhcr, si riferiscono a tutto il 2016.
L’Italia non è sempre la meta ultima di questi giovani, ma solo il transito per coloro che intendono proseguire verso altri Paesi europei, specie gli Eritrei. Sono relativamente pochi infatti i giovani che intraprendono il percorso della protezione internazionale nel nostro Paese, mentre sono più numerosi coloro che cercano di abbandonare le strutture di accoglienza italiane che li ospitano. Dati aggiornati al 30 Novembre 2016 del Min. del Lavoro - Direzione generale dell’immigrazione e delle politiche di integrazione Divisione II parlano di 6508 minori non accompagnati irreperibili, cioè quei minori di cui è stata segnalato un'allontanamento dal centro di accoglienza.
Questi dati confermano che ci troviamo di fronte ad un fenomeno strutturale, non legato ad alcuna emergenza. Altro dato è la conferma della tendenza secondo cui ad emigrare sono sempre più giovani e femmine. A mio avviso è impellente, visti i numeri, l'approvazione della legge sui minori stranieri non accompagnati, presentata ben tre anni fa dalla deputata del Pd Sandra Zampa, che sembrava avesse avuto una repentina accelerazione negli ultimi mesi per poi fermarsi nuovamente al Senato.
Serve quindi un’assunzione di responsabilità etica e morale da parte di tutti, oggi più che mai.

Leonardo Cavaliere

Minori Stranieri non Accompagnati I dati statistici 2016

25846 minori non accompagnati sono giunti in Italia via mare , dati UNHCR . 2377 il numero di minori accompagnati. Il numero dei msna ne...
Oltre 3700 i Minori Stranieri non Accompagnati scomparsi nel 2014 dai Centri di Accoglienza.

Oltre 3700 I minori scomparsi dai centri di accoglienza

Oltre 3700 i Minori Stranieri non Accompagnati scomparsi nel 2014 dai Centri di Accoglienza.
L’Alto Commissariato dell’Onu per i Rifugiati (UNHCR) presenta il nuovo rapporto Mid-Year Trends 2014 ed il numero delle persone costrette a lasciare le proprie case segna un preoccupante aumento.

50 MILIONI DI RIFUGIATI. 3,4 MILIONI IN PIù RISPETTO AL 2013.

L’ Alto Commissariato dell’Onu per i Rifugiati (UNHCR) presenta il nuovo rapporto Mid-Year Trends 2014 ed il numero delle persone costre...
"La strada più mortale del mondo". Così l'agenzia Onu per i rifugiati, l'Unhcr, ha definito il Mediterraneo.

Onu, da gennaio 3419 migranti morti nel Mediterraneo

"La strada più mortale del mondo". Così l'agenzia Onu per i rifugiati, l'Unhcr, ha definito il Mediterraneo.
Da 8500 a più di 17mila: nei primi otto mesi di quest'anno è già raddoppiato il numero di minori sbarcati sulle coste italiane rispetto all'intero 2013. 

Nel 2014 più di 17.000 minori sbarcati in Italia

Da 8500 a più di 17mila : nei primi otto mesi di quest'anno è già raddoppiato il numero di minori sbarcati sulle coste italiane rispett...
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