Keitha, Darian, Talib sono fuggiti dal loro Paese con il sogno di approdare nel grande “Regno Azzurro”, ovvero l’Italia. Durante il viaggio hanno perso tutto - il legame con le loro famiglie, la loro terra e la loro casa -, hanno visto i loro amici morire e hanno patito la fame. Come loro, tanti minori stranieri non accompagnati negli ultimi anni hanno abbandonato il Paese di origine alla ricerca di un futuro migliore.
Il video “Numeruomini”, ideato e realizzato dal fotografo Gianfranco Ferraro, racconta questo drammatico fenomeno attraverso le storie dei minori stranieri non accompagnati inseriti nel progetto “Sosteniamoci” che Cesvi e Brembo portano avanti a Bergamo. (Cesvi)
Un video che raconta come questi ragazzi, mediante un percorso progressivo riescono a percepirsi come nuovamente come uomini e non più come numeri, come accade durante il percorso migratorio.

Fonte: CESVI
Foto: Giovanni Diffidenti

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I Minori Stranieri non Accompagnati

Numeruomini - il riscatto sociale dei minori non accompagnati

Keitha, Darian, Talib sono fuggiti dal loro Paese con il sogno di approdare nel grande “Regno Azzurro”, ovvero l’Italia. Durante il viagg...
Save the Children, a seguito di un'indagine nei centri CivicoZero di Roma, Milano e Torino ha elaborato 5 raccomandazioni da parte dei minori stranieri non accompagnati ai Tutori.

Nel progetto sono stati coinvolti 38 ragazzi, di età compresa tra i 14 e i 17 anni provenienti da Eritrea, Gambia, Guinea, Egitto, Marocco, Mali, Bangladesh, Ghana e Senegal, che hanno condiviso le proprie aspettative riguardo alla figura del tutore volontario, prevista dalla Legge 47/2017 sulla protezione dei minori non accompagnati.

Dai ragazzi sono arrivati 5 consigli molto utili, su cosa dovrebbe fare un tutore volontario:

- “Aiutarci per ottenere i documenti a cui abbiamo diritto, ma che non sempre otteniamo (passaporto, permesso di soggiorno, codice fiscale, tesserino sanitario, residenza, carta di identità).”

- “Venire a vedere il posto in cui viviamo e in che condizioni siamo accolti, mantenendo con noi un contatto costante per assicurarsi che le condizioni delle strutture in cui stiamo siano adeguate.”

- “Incontrarci e conoscere i nostri interessi e le nostre passioni (arte, sport, musica), così che possiamo seguirle anche qui in Italia.”

- “Instaurare con noi un clima di fiducia, rispettando sempre la nostra cultura, le nostre usanze, la nostra religione e facendoci conoscere le sue.”

- “Darci consigli per la scuola e guidarci nelle nostre scelte formative, aiutandoci nel passaggio alla maggiore età, così che possiamo essere pronti e non ritrovarci da soli o addirittura per strada.”

La cosa principale che un tutore volontario dovrà fare, secondo i ragazzi, è essere il punto di riferimento, una guida

Leonardo Cavaliere

Consigli ai Tutori da Parte dei minori non accompagnati

Save the Children , a seguito di un'indagine nei centri CivicoZero di Roma, Milano e Torino ha elaborato 5 raccomandazioni da parte de...
«Il comportamento delle autorità priva dei diritti legati alla minore età». A dirlo non è un’organizzazione non governativa, ma per la prima volta l’ordinanza di un tribunale francese. 

Le pratiche di respingimento immediato dei minori stranieri non accompagnati verso l’Italia sono illegittime. 

Il 22 gennaio il tribunale amministrativo di Nizza ha imposto di ristabilire i diritti di un bambino di dodici anni.
Dieci giorni prima era stato fermato dalla polizia francese e rispedito su un treno per Ventimiglia. In mano solo un foglio con scritto refus d’entrée.

Bambini privati della possibilità di parlare con un interprete o un mediatore, di chiamare parenti cui potrebbero ricongiungersi o di presentare richiesta di asilo, persino perquisiti, lasciati nudi davanti agli adulti

Accade ai nostri confini dove le autorità francesi, svizzere e austriache procedono sistematicamente alla riammissione, violando norme come la Convenzione Europea dei diritti dell’Uomo, il codice delle frontiere Schengen, il regolamento europeo Dublino III e la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo del 1989, quella volta a tutelare il supremo interesse del minore: la legge più ratificata e più disattesa.

A denunciarlo è l’organizzazione umanitaria INTERSOS che, insieme a Open Society, ha condotto uno studio monitorando per mesi le frontiere italiane. 

A Ventimiglia, mentre la Francia invoca l’emergenza e di proroga in proroga continua a tenere il confine sigillato, migliaia di bambini sono costretti a tornare indietro. 
«Appena sto meglio riparto, stavolta ce la farò». Ahmed ha sedici anni e la forza di crederci ancora. E’ partito dal Ciad e vuole arrivare a Marsiglia. «Manca poco, sono solo due ore e quaranta minuti di auto», spiega. Per riabbracciare l’amico di famiglia che lo aspetta si è nascosto su un treno, ha camminato lungo i binari a piedi. Per sei volte ed è sempre stato respinto, senza avere nemmeno capito il perché. Ha tentato anche una nuova via tra gli scogli, ma è scivolato ed è caduto in acqua. «Non so nuotare, ma volevo arrivare a Marsiglia», ammette. L’ha salvato un pescatore francese che, forse temendo di essere incriminato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, invece di chiamare l’ambulanza, ha contattato prima la polizia. L’hanno medicato all’ospedale di Mentone e rispedito di nuovo in Italia.
«Sono ancora vivo, sono  fortunato. Però non mi hanno spiegato niente dei fogli che mi hanno lasciato in ospedale, cosa c’è scritto?» chiede guardandosi la gamba fasciata.

I bambini che ritornano vengono ospitati in un campo gestito dalla Croce Rossa. E’ per adulti, ma ha dovuto aprire le porte anche a loro, nonostante la legge italiana lo vieti. 
Molte organizzazioni, da Unicef a Oxfam, hanno espresso forte preoccupazione per la situazione e ai primi di dicembre hanno scritto alprefetto di Imperia chiedendo l’apertura di una struttura ricettiva temporanea per i minori stranieri non accompagnati, a più di quattro mesi dalla sospensione dei lavori decisa in seguito alla contestazione di alcuni cittadini.
La Francia è a pochi passi, basta solo superare il confine e allora la notte alcuni bambini tentano il ‘sentiero della morte’ che da Grimaldi alta arriva a Mentone. La mattina quasi tutti tornano indietro, malconci, con le ginocchia sbucciate e i vestiti strappati. Sono quelli che non ce l’hanno fatta, ma che domani ci proveranno ancora. Magari più a Nord. Nonostante nevichi e alla stazione dei treni di Bardonecchia sia ben visibile il cartello ‘pericolo’, perché attraversare le montagne nel pieno dell’inverno può costare la vita. Si mettono in marcia sul ciglio della strada, su per il valico del colle della Scala a oltre 1.700 metri. Con i pantaloni uno sopra l’altro e le scarpe di tela. Le Alpi, ultimo ostacolo da superare. Nei primi nove mesi del 2017, dal valico di Chiasso, sono state rimandate indietro 13.543 persone in attuazione di un accordo bilaterale firmato a Roma nel 1998 che prevede una procedura semplificata. 
L’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione ha però registrato molti casi di minori riammessi, nonostante la loro volontà di presentare domanda di protezione internazionale, dichiarata persino in forma scritta.
Pur di attraversare il confine si nascondono nei bagni, nelle intercapedini dei sedili e qualcuno disperato s’è aggrappato persino al tetto del treno ed è rimasto folgorato a metà della galleria di Monte Olimpino. Non c’è modo di passare, i controlli sono ferrei. Berna ha schierato anche droni e rilevatori termici. «Ci sono muri che non riesci a vedere, ma sono molto alti», riflette Ibrahim. seduto sul ciglio della strada, le mani a coprire gli occhi gonfi.  E alla fine anche i ragazzini smettono di sognare. A quindici anni. Con un laccio della felpa e la corda della tuta.
Più a est, al Brennero, la polizia austriaca, come più volte segnalato da parte di migranti e associazioni, applica a tutti indistintamente la sanzione amministrativa per ingresso irregolare. Per chi non ha soldi, rivela il rapporto INTERSOS: «procede al sequestro di oggetti di valore, fra cui i telefoni cellulari, tenuti in garanzia sino al pagamento dell’importo». Segue identificazione, acquisizione delle impronte digitali e rinvio forzato in Italia, senza alcun documento che lo attesti. E senza che nessuno lo spieghi.

Sono oltre 62 mila i bambini soli arrivati in Italia negli ultimi sei anni. Tra quelli censiti uno su quattro non si trova più. Uno su tre nel 2017. Scappano per raggiungere altri paesi europei, in molti casi per riunirsi ai familiari. Per altri la fuga è la conseguenza della interminabile lentezza delle procedure che li forza a muoversi verso il confine per allontanarsi dalla disperazione. A questo va aggiunta la decisione di interrompere il programma di relocation che ha portato, secondo Save the Children, più di 380 minori ad attendere ancora di essere ricollocati in altri paesi nelle condizioni ritenute migliori per loro dai tribunali dei minori. Bloccati senza futuro, respinti indietro alla casella di partenza. La decisione del Tribunale di Nizza segna un passo in avanti importante per molti minori. Non per il dodicenne eritreo per cui è stato promosso il ricorso. Lui prima dell’esito ha fatto perdere le tracce, mosso dalla sfiducia. Bambini abbandonati, costretti in molti casi a riaffidarsi ai trafficanti o a rischiare la propria vita pur di varcare i confini di un’Europa unita dall’insensibilità e dalla violazione dei diritti.
Scarica il rapporto INTERSOS
Foto: TheGuardian

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Minori migranti, pedine del gioco dell'Oca

« Il comportamento delle autorità priva dei diritti legati alla minore età » . A dirlo non è un’organizzazione non governativa, ma per la...
Il decreto legislativo n. 220 del 22 dicembre 2017, recante  disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo 18 agosto 2015, n. 142, relativamente alle commissioni per il riconoscimento della protezione internazionale e ai minori stranieri non accompagnati, entra in vigore il 31 gennaio 2018. Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 16 gennaio 2018, n.12, il provvedimento interviene su alcuni aspetti della disciplina della protezione internazionale, si legge nel comunicato del Consiglio dei Ministri del 28 settembre 2017, quando fu annunciata l’approvazione preliminare del testo.
Nella nota il Governo annunciava che si prevedeva ” l’assegnazione alle Commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale del personale specializzato assunto in base al decreto legge n. 13/2017, che ha introdotto disposizioni urgenti per l’accelerazione dei procedimenti in materia di protezione internazionale, nonché per il contrasto dell’immigrazione illegale”.
Infine, dichiarava il Consiglio dei Ministri, il provvedimento viene emanato allo scopo di razionalizzare” il quadro delle disposizioni applicabili in materia di minori stranieri non accompagnati, attribuendo, tra l’altro, al Tribunale per i minorenni, anziché al giudice tutelare, il potere di nominare il tutore del minore non accompagnato, ciò al fine di evitare l’avvio di un doppio procedimento presso due distinti uffici giudiziari, ossia quello del giudice minorile e quello del giudice tutelare, che costituisce un’inutile complicazione procedimentale”.
FONTE: ASGI


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Dal 31 gennaio 2018 in vigore le modifiche sulle commissioni territoriali asilo e sui minori non accompagnati

Il decreto legislativo n. 220 del 22 dicembre 2017 , recante  disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo 18 agosto 201...
Oltre un centinaio di migranti minorenni non accompagnati sono giunti a Calais negli ultimi giorni, pieni di speranza dopo l’accordo francobritannico del 18 gennaio che ha promesso un’accelerazione del trattamento delle domande d’asilo per i minori che vogliono raggiungere l’Inghilterra. Si tratta per lo più di ragazzi dell’Africa orientale, provenienti da Parigi e dal Belgio, accolti in un centro temporaneo a una settantina di chilometri dalla città della costa.
Secondo le agenzie umanitarie attive nella zona le loro speranze sono inutili perché la raccolta delle domande d’asilo non sarà effettuata a Calais.
Dall’inizio del 2017, la Gran Bretagna ha accolto in tutto otto minorenni che chiedevano il ricongiungimento con i parenti in territorio britannico. L’accordo del 18 gennaio prevede una accelerazione nel trattamento dei dossier, che in teoria dovrebbe scendere da sei mesi a 25 giorni. fonte:askanews

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Calais, tantissimi minori non accompagnati con la speranza di arrivare in Inghilterra

Oltre un centinaio di migranti minorenni non accompagnati sono giunti a Calais negli ultimi giorni, pieni di speranza dopo l’accordo fran...
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