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La rotta del Mediterraneo Centrale, si conferma la più pericolosa da affrontare, in particolare per i bambini e giovani migranti.

Nel tentativo di raggiungere le coste Europee devono affrontano livelli di abuso dei diritti umani spaventosi.

La denuncia è dell'OIM - Organizzazione internazionale per le migrazioni, che insieme a Unicef ha presentato il rapporto “Viaggi spaventosi".

I dati diffusi dalle due organizzazioni sono il frutto di 22mila interviste effettuate nei Paesi delle due rotte del Mediterraneo, centrale e orientale.Tra Italia, Grecia, Bulgaria, Ungheria, Serbia Slovenia e l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia sono stati intervistati 11.000 adolescenti (14-17 anni) e giovani (18-24 anni).

Il rapporto "Viaggi Spaventosi" (Harrowing Journeys)  fa emergere un dato allarmante: fino a tre quarti dei minori transitati sulla rotta migratoria del Mediterraneo centrale sono stati vittime di abusi e sfruttamento.

Il viaggio verso l'Europa, per i minori, è più pericoloso che per tutti gli altri e sono più facilmente vittime di tratta e sfruttamento.

Il rapporto ci fornisce un dato importante al fine di comprendere il fenomeno e soprattutto la nostra contrarietà agli accordi con la Libia.
Harrowing Journeys mostra, in maniera chiara, che, mentre tutti i bambini migranti sono esposti a grandi rischi, coloro che provengono dall'Africa sub sahariana hanno probabilità molto maggiori di essere sfruttati e divenire vittime di tratta rispetto a persone che si spostano da altri paesi del mondo: lungo la rotta del Mediterraneo Orientale, il 65% rispetto al 15% e lungo la rotta del Mediterraneo centrale l'83% rispetto al 56%.

Il fattore comune, alla base di questa discrepanza, è indubbiamente il razzismo.
I minori non accompagnati e coloro che hanno bassi, se non nulli, livelli d'istruzione sono tra i più vulnerabili. Sono facili prede della tratta e dei gruppi criminali durante il viaggio.
La maggior parte dei migranti rifugiati che attraversano la Libia continuano a essere vittime dell'illegalità, delle milizie e della criminalità.
Secondo il rapporto oltre il 90% di tutti gli episodi di sfruttamento lungo la rotta del Mediterraneo centrale sono avvenuti in quel Paese.

Secondo le stime dell’Europol, il 20% dei sospetti trafficanti monitorati ha legami con la tratta di esseri umani e il 22% con il narcotraffico.

Tra le migliaia di ragazzi intervistati, Aimamo, 16 anni, giunto da solo in Italia dal Gambia, racconta di essere stato costretto per mesi, una volta arrivato in Libia, ad un estenuante lavoro fisico da parte di trafficanti di esseri umani.  “Se provi a scappare, - ricorda con terrore - ti sparano. Se smetti di lavorare, ti picchiano. Eravamo come degli schiavi. Alla fine della giornata, ti chiudono dentro.”

Il rapporto chiede a tutte le parti interessate - Paesi di origine, di transito e destinazione, l’Unione Africana, l’Unione Europea, le organizzazioni internazionali e nazionali con il supporto della comunità dei donatori - di dare priorità ad una serie di azioni:

- stabilire passaggi regolari e sicuri per i bambini migranti;
- rafforzare i servizi di protezione dei bambini migranti e rifugiati negli Stati di origine, transito e destinazione;
- trovare alternative alla detenzione dei bambini migranti; lavorare ai confini per combattere tratta e sfruttamento;
- combattere la xenofobia, il razzismo e le discriminazioni contro tutti i migranti e i rifugiati.

"La Ue dovrebbe chiedere alla Libia l'eliminazione della detenzione dei bambini"

Lo ha detto da Bruxelles Eugenio Ambrosi, direttore regionale per l'Europa dell'Oim, l'Organizzazione internazionale per le migrazioni, in occasione della presentazione del rapporto "Viaggi strazianti"

L'appello rivolto alle istituzioni europee nei loro negoziati con le autorità libiche potrebbe essere “un primo passo", sostiene Ambrosi, che chiede poi una gestione delle frontiere dell'Unione europea "children friendly", di lottare contro traffico e sfruttamento oltre che combattere xenofobia e razzismo.

Scarica il Rapporto "Viaggi Spaventosi" (Harrowing Journeys) 


Leonardo Cavaliere


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Bambini e giovani in movimento nel Mediterraneo, a rischio di traffico e di sfruttamento

La rotta del Mediterraneo Centrale , si conferma la più pericolosa da affrontare, in particolare per i bambini e giovani migranti . Nel ...
Nel 2015 è stata superata quota un milione di persone che hanno raggiunto l'Europa. I dati forniti dall'Organizzazione internazionale per le migrazioni registrano una cifra quattro volte superiore rispetto al 2014 dichiarando che ci troviamo di fronte al più grande afflusso di migranti dall'indomani della seconda guerra mondiale, segnale del livello record di problemi nel mondo.

Quasi 3700 profughi, molti dei quali bambini, in fuga da Africa e Medio Oriente, sono morti nel tentativo di attraversare il Mediterraneo e il Mar Egeo. E nonostante l'inverno e il peggioramento delle condizioni del mare, l'esodo continua, anche se ad un ritmo meno serrato. E per i tanti non ce l'hanno fatta molti altri sono riusciti a raggiungere l'agognata meta.


Secondo i dati dell’OIM dalla metà di ottobre i morti sfiorano una media di 10 al giorno. Una strage quotidiana, dinanzi alla quale i più sono capaci solo di commiserare le piccole vittime guardandosi bene però dal comprendere cosa li ha portati a morire, cosa stanno vivendo nel nostro paese gli altri minori che fortunatamente sono riusciti ad arrivare, e soprattutto cosa siamo tutti chiamati immediatamente a fare.

Su un totale di 1,005,504 arrivi, dato aggiornato al 21 dicembre, la stragrande maggioranza - 816.752 - sono arrivati ​​via mare in Grecia. 150.317 sono arrivati ​​via mare in Italia. Cifre molto inferiori in Spagna (3.845) , Cipro (269) e Malta (106). 34.215 sono riuscite ad attraversare, via terra, prima che fosse definitivamente chiuso, il confine turco-bulgaro.

Il dato complessivo registra un aumento di quattro volte il numero di arrivi rispetto al 2014. Gran parte dell’aumento è dovuto alla fuga dei siriani dalla guerra civile e dai campi profughi del Libano e Turchia. Afgani, Iracheni ed Eritrei sono la maggior parte degli altri profughi che hanno contribuito a far crescere il numero.

«Sappiamo che le migrazioni sono inevitabili, necessarie e desiderabili», ha affermato il capo dell’Oim, William Lacy Swing. «Ma non basta contare il numero di quanti arrivano o dei quasi 4mila che quest’anno sono morti o dichiarati dispersi. Dobbiamo anche agire. Le migrazioni devono essere legali, sicure e protette sia per gli stessi profughi sia per i Paesi che li accolgono», ha puntualizzato.
Michael Moller, direttore dell'ufficio delle Nazioni Unite a Ginevra, ha detto nel corso di una conferenza stampa: "Non capisco perché le persone stanno insistendo sul fatto che si tratta di un problema europeo. Questo è un problema globale, "

Lesbo è ora la porta d'ingresso principale dei rifugiati in Europa. Poco meno della metà di coloro che sono entrati nel vecchio continente nel 2015, sono transitati per l'isola dell’Egeo, utilizzandola come punto di sosta tra la Grecia continentale e le rive della Turchia.


Secondo l'Unhcr, nel 2016 i numeri delle migrazioni saranno simili a quelli del 2015. Il movimento da record delle persone verso l'Europa è un segnale del livello record di problemi nel mondo, con un numero di sfollati interni e rifugiati che oltrepassa i 60 milioni, ha fatto sapere l'Unhcr la scorsa settimana.
 "Con i sentimenti xenofobi in rapida crescita in diversi ambienti, è importante riconoscere i contributi positivi che i rifugiati e i migranti apportano alla società in cui vivono e anche onorare i valori europei fondamentali: protezione della vita, difesa dei diritti umani e promozione della tolleranza e della diversità", ha detto l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, Antonio Guterres.


LEONARDO CAVALIERE

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